La Curia Romana e l’urgenza di assicurare consultazioni reali e non solo formali

La Curia Romana e l’urgenza di assicurare consultazioni reali e non solo formali


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Già due volte il Semestrale Interdisciplinare Veritas et Jus si è occupato della riforma della Curia Romana (= CR), ripetutamente annunciata da quando Papa Francesco è stato scelto come successore di san Pietro. Una prima volta nell’intervista a S. Em. Francesco Cardinale Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, dal titolo: La curia romana: ostacolo o strumento della comunione ecclesiale? (Veritas et Jus 7 [2013] 91-101); una seconda volta nel contributo di Antonio Viana, Decano della Facoltà di Diritto Canonico dell’Università di Navarra, dal titolo: Riflessioni sull’annuncio della riforma della Curia Romana (Veritas et Jus 8 [2014] 45-66). Ritornare sull’argomento una terza volta non è per assecondare il tam-tam dei massmedia, bensì espressione della chiara consapevolezza che la redazione della Rivista ha circa la necessità e l’urgenza che la CR sia anche strutturalmente, e non solo nella selezione delle persone, un aiuto efficace a Papa Francesco nella realizzazione del suo desiderio di vedere tutte le Chiese «passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria» (Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 15), passaggio che non si dà senza «una riforma delle strutture» (CR compresa!), affinché esse «diventino tutte più missionarie» (EG, n. 27).