V&J #1 (Autunno 2010)

V&J #1 (Autunno 2010)


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Il recente viaggio apostolico in Portogallo ha offerto a Papa Benedetto XVI l’occasione di ribadire a tutto il mondo della cultura europea l’importanza del dialogo tra cristianesimo, modernità ed altre religioni. Infatti, spiega il Pontefice, le diversità etniche, culturali e religiose oggi presenti in Europa non sono un ostacolo ma una risorsa per costruire «una cittadinanza mondiale fondata sui diritti umani e la responsabilità dei cittadini» (L’Osservatore Romano, 13 maggio 2010, 1).
Proprio a livello della formazione di questa responsabilità e della coscienza civica di tutti i cittadini –credenti e non credenti – si colloca l’iniziativa dell’Istituto DiReCom di trasformare il suo Annuario in un semestrale dal titolo “Veritas et Jus”, accessibile non solo agli accademici o ai politici, ma anche a tutti i cittadini. La sua impostazione è curata da un Comitato Internazionale composto da personalità del mondo culturale d’origine cristiana, ebrea e musulmana, ma lascia ampio spazio anche all’informazione puntuale e documentata su tutto quanto sta succedendo a livello di un’autentica integrazione in quel cantiere aperto che è il diritto ecclesiastico e delle religioni svizzero.
Infatti, in una società plurale come quella attuale in Svizzera, la costruzione dell’insieme di relazioni istituzionali distinte e ordinate della società civile non si dà senza una revisione profonda, interdisciplinare, di alcuni aspetti giuridico-istituzionali, di concetti fondamentali sia per la politica che per la teologia, come quelli di appartenenza religiosa e laicità dello Stato, libertà religiosa e bene comune di tutti i cittadini di un paese, autonomia e integrazione.
Il primo quaderno di “Veritas et Jus - Semestrale interdisciplinare di Lugano”, oggi consegnato alla tipografia, riflette abbastanza bene, anche nella sua suddivisione in cinque parti molto diverse l’una dall’altra, l’intenzione principale dei promotori: offrire agli abbonati ed ai lettori occasionali uno strumento agile, e scientificamente fondato, adatto all’elaborazione urgente di una nuova comune grammatica della convivenza civile, ad un tempo efficace e rispettosa della dignità di ogni singola persona umana.